sabato 20 dicembre 2008

10 agosto 1628 - il vascello Vasa: il tempo si è fermato

Stoccolma è una bella città. Niente di straordinario intendiamoci, ma per chi volesse trascorrere un fine settimana lontano da casa alla scoperta di luoghi e abitudini così differenti dall'Italia è l'ideale. Non offre molto al turista "viveour" amante della vita notturna, complice anche il clima e la mancanza di luce per la gran parte della giornata. Ma a chi invece alla notte in discoteca preferisce "andare a spasso e mettere il naso ovunque" Stoccolma offre una opportunià davvero unica ed emozionante all'interno del Vasa Museum, di cui devo ammetterlo ignoravo l'esistenza.

Il Vasa è l’unico vascello superstite del XVII secolo al mondo. Con oltre il 95 percento dei suoi componenti originali conservati, e le sue centinaia di sculture, il Vasa è davvero, come recita il sito del museo, un tesoro artistico straordinario e una delle bellezze storiche più importanti al mondo! Il museo è stato appositamente costruito intorno a questa meraviglia lunga 69 metri, larga 11,7 e alta 52,5 con 10 vele e 3 alberi . Sul vascello viaggiavano il 10 agosto 1628, giorno in cui il tempo pare essersi fermato per questa nave, 154 marinai di equipaggio e 300 soldati.


Il 10 agosto 1628, un gruppo di navi da Guerra reali salpò dal porto di Stoccolma. Tra esse giganteggiava il Vasa, da poco varato e battezzato in onore della dinastia regnante. La solenne circostanza fu sottolineata con la salva sparata dai cannoni del vascello, che sporgevano dai portellini aperti su entrambe le murate. Mentre il maestoso vascello si faceva largo lentamente verso la bocca del porto, una raffica di vento levatasi all’improvviso lo investì inpieno. Il Vasa ondeggiò, tuttavia riuscì a raddrizzarsi nuovamente. La seconda raffica fu ancora più tremenda. L'acqua entrò dai portellini dei cannoni rimasti aperti e il Vasa colò a picco sul fondo dove vi rimase per 333 anni quando un tale Anders Franzen si mise in testa di poter recuperare il relitto alle acque del mar Baltico, confidando nel fatto che queste acques erano libere dal "Verme delle navi" che in breve tempo distrugge il legno. Il relitto fu sollevato da una profondità di 32 metri in modo abbastanza semplice, scavando sei tunnel sotto lo scafo, attraverso i quali vennero fatti passare cavi d'acciaio collegati a un paio di piattaforme per il sollevamento. La nave venne sollevata e portata in acque più basse, dove fu resa stagna per il sollevamento finale. Il Vasa fu spruzzato per diciassette anni col glicole che era fatto asciugare lentamente, ma lo zolfo di cui erano ricche le acque del porto inquinato di Stoccolma è penetrato nel legno del Vasa neil unghi anni d’immersione e reagendo con l’ossigeno forma acido solforico che sebbene innocuo per i visitatori del museo è però dannoso per la nave. La ricerca per una conservazione a lungo termine del Vasa è tutt’ora in corso.



La poesia del Vasa
La vista, non appena varcato l'ingresso, toglie il fiato e i brividi ti salgono per tutta la schiena. L'atmosfera è cupa o meglio appare "congelata". C'è silenzio intorno, nonostante le centinaia di turisti che scrutano e osservano, cercando di immaginare come doveva essere questo gigante del mare sull'acqua. Mai prima d'ora ho provato una sensazione tale entrando in un museo, qui il tempo pare davvero essersi fermato nel momento esatto in cui il Vasa si inabissò nelle acque di Stoccolma. E' commovente, è romantico, è struggente...
Perchè accanto al relitto sono stati recuperati migliaia di oggetti ognuno con una storia da raccontare. Tra questi ci sono le ossa degli uomini della ciurma, così come i loro oggetti personali e l’equipaggiamento dibordo. Tra la melma e la fanghiglia dei fondali nel porto di Stoccolma, i recuperatori trovarono le sei vele che non erano spiegate al momento del disastro. Sono le vele superstiti più antiche al mondo.
Le foto del post sono di Bru, bravissima nonostante la difficile illuminazione


Vasa Museum - web site

Il Vasa Museum su youtube

martedì 16 dicembre 2008

Stoccolma: partenza arrivo e pipì a cinque stelle

Ci abbiamo messo due giorni per riprenderci dal nostro ultimo viaggio (i viaggi "toccata e fuga" sono i più distruttivi) ma eccoci qua, finalmente, a raccontarvi come sono andate le cose.


Ebbene: un cappellino di lana, guanti di pile, giacca a vento anti-ibernazione, maglioni e magliette anti-gelo e mutandoni di pile (solo di Cri): è così che siamo partiti. C'è da dire una cosa e sfatare qualche mito: innanzitutto a Stoccolma a dicembre non fa freddissimo ma fa freddo freddo. Non pensate, come abbiamo fatto noi, che vi casca la faccia appena scesi dall'aereo perché non è così, o almeno così per noi non è stato (abituati come siamo alle fresche montagne d'Abruzzo). Secondo mito da sfatare: gli svedesi (uomini e donne) non sono belli: sono bellissimi. Terzo punto: saranno anche belli ma mangiano male.


Detto ciò non posso esimermi dal dirvi che è assolutamente una città da visitare, con le sue architetture, con la sua gente, con le sue bellezze artistiche e umane.

Con un solo bagaglio e tanti calzini di lana, sulla nostra bella automobile abbiamo raggiunto l'aeroporto di Milano Malpensa sabato mattina, ma dove mettere la macchina?! Milano Malpensa, come Roma Fiumicino d'altronde, offre al viaggiatore tantissimi parcheggi a pagamento nelle zone limitrofe dell'aeroporto ove lasciare la macchina e stare tranquilli che non ve la fregano. Questa volta, casualmente, abbiamo scelto Park to Fly. Funziona così un po' per tutti: lasci la macchina da loro (parcheggio scoperto o coperto), paghi (7 euro al giorno per lo scoperto), e con un furgoncino vieni portato in aeroporto. Al vostro rientro vi vengono a riprendere. Comodo no?!

Il volo è stato anche stavolta targato EasyJet, comodo, non costoso e in perfetto orario. Siamo arrivati all'aeroporto di Arlanda verso le sei di sera. L'aeroporto dista da Stoccolma circa quaranta chilometri: come raggiungere dunque il centro storico della città?
Ci sono varie opzioni: taxi (circa 50 euro), che conviene a gruppi di quattro, cinque persone; treno (circa 20 euro) che impiega meno di mezz'ora e arriva in stazione centrale e il mezzo che noi abbiamo preferito, l'autobus -Flygbussarna-. Perchè lo abbiamo scelto? Chiaramente perché costa meno – siamo turisti, non siamo scemi – (circa 10 euro) ma impiega il doppio del tempo del treno – ma tanto stiamo in vacanza, che ci frega?! -.

Quindi in quaranta minuti eravamo nella stazione centrale di Stoccolma, a pochi passi dal nostro albergo: Sheraton Hotel Stockholm. Qualcuno di voi dirà: però....vi trattate bene!!! Beh si, non potremmo dire altrimenti, ma non vi pensate che un albergo qualunque di tre o quattro stelle costi meno. Ecco, una nota dolente di Stoccolma: i prezzi. Non è certo una città poco dispendiosa, dove ti giri ti giri tutto costa minimo 20 euro che sia uno stuzzicadenti o una gigantografia dei premi nobel in bronzo. Attenzione! A proposito di moneta: la Svezia, nonostante faccia parte dell'Unione Europea non ha adottato l'euro (i furboni); la moneta locale è la corona svedese, anche chiamata SEK e 100 corone valgono pressappoco 10 euro. Facile no?!
Messo piedino nella nostra bella stanzetta con vista panoramica e fatta la classica pipì liberatoria nel nostro bagnetto splendente eccoci pronti per...andare a mangiare, è ovvio!
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