Questa volta non racconterò di acque cristalline, di cocktail esotici o di avventurosi incontri. Niente Caraibi insomma, perc
hè in questo post l'unico mare il questione è l'Adriatico e più precisamente quello che bagna la costa abruzzese.
Il Tortuga è uno dei tanti ristoranti che affollano il lungo mare di Villa Rosa di Martinsicuro, località vacanziera per coppiette e famiglie, dove è piacevole rilassarsi per qualche giorno.
La cucina è quella tipica di queste località, dove tutti i ristoranti prevedono spaghetti ai frutti di mare (con le varianti del caso per quanto riguarda il formato della pasta) , mezze maniche allo scoglio, soutè di cozze e vongole , frittura di calamari e gamberetti (i più arditi inseriscono anche qualche alice e qualche soglioletta) e la grigliata di pesce. Ma del resto siamo al mare, qui ci si deve rilassare, si deve fare il bagno, prendere il sole e mangiare, possibilmente tanto. Ed ecco quindi la supremazia delle porzioni giganti rispetto anche solo ad un semplice "variazione sul tema".
Il Tortuga è uno di questi ristoranti, con una bella veranda all'aperto, con tanti posti a sedere e una cucina vacanziera "senza infamia e senza lode" che dà esattamente quello che il cliente-turista-villeggiante chiede, pesce fresco incluso.
Ma nonostante questo preambolo, noi al Tortuga non ci siamo trovati per niente bene e vi spieghiamo perchè.
Ci mettiamo alla ricerca di un ristorante dove poter pranzare con amici in una calda domenica di luglio. Il Tortuga sembra fare al caso nostro: è a pochissimi metri dallo stabilimento balneare dove abbiamo deciso di "frollare", è raggiungibile a piedi ed ha tantissimo spazio all'aperto tale da soddisfare anche presenze extra large e poi all'ingresso fa inoltre bella mostra di sé un cartello con la scritta accattivante "pranzo veloce 12 euro - antipasto e primo" che semplifica molto le decisioni e velocizza le ordinazioni.
Io decido di optare per la formula "pranzo veloce" , ma il solerte personale di sala, scortese e imbronciato, mi avvisa che la formula non è valida per il sabato e la domenica e che il cartello, che per la verità all'uscita ho ricontrollato e che in minuscolo prevedeva l'esclusione della formula durante i fine settimana, è rimasto esposto dal giorno precedente per mero errore. Me lo auguro !
Ordino dei troccoli (tagliolini rustici di pasta fresca a grana ruvida) allo scoglio (tanto per cambiare), mentre il resto dei vacanzieri della domenica che mi accompagnano, da buoni maniaci della linea e devoti alla sacra religione del fitness, si gettano su delle insalate giganti, patate al forno ed un ever green della cucina estiva: l'insalata di mare.
Il primo piatto ad uscire dalla cucina sono i miei troccoli che non fanno altro che confermare tutto quanto fin qui scritto. Attendo l'arrivo dei piatti dei miei commensali. Passano cinque minuti abbondanti e finalmente arriva l'insalata di mare, ma del resto nemmeno l'ombra. Decido, da maleducato quale sono , di non attendere oltre, la mia pasta si raffredda e poi nonostante i solleciti prima che arrivino le insalate e le patate passano altri 25 minuti cronometrati !
Sono cose che possono ( ma non devono ) capitare. Se vado a pranzo o a cena con degli amici mi aspetto di pranzare o cenare con loro, nè prima nè dopo. O aspettano tutti o non aspetta nessuno. Certo può capitare di non essere serviti tutti in contemporanea, sono disposto ad aspettare 3/4 minuti, 5 diventano già troppi, ma 25 minuti sono ingiustificabili, soprattutto se ai solleciti di chi attende un'insalata ( quindi niente cottura, niente frittura, niente bollitura...niente di niente) il personale di sala, freddo e insofferente, anzichè tentare di "mettere una pezza", fa quasi spallucce attribuendo alla cucina ogni responsabilità. Ecco perchè al Tortuga per il momento di certo non torneremo.
l'insalata ritardataria |
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