martedì 28 aprile 2009

L'Aquila, tre settimane fa: ora è il tempo di raccontare

Io sono Bru. Io sono Brunella Massacesi, nata a L'Aquila come a L'Aquila nacquero mio padre, mia madre, i miei nonni e via di generazioni. Sono sopravvissuta al terremoto del 6 aprile con tutta la mia famiglia. Sono stati attimi tremendi, inenarrabili, in cui non riuscivo a pensar altro che "ecco, è arrivata la Fine del Mondo". E invece era solo un altro, ennesimo Inizio, più duro degli altri ma sempre (e per fortuna) un inizio. La mia bella città, di cui vi abbiamo parlato in alcuni post, è semi distrutta. Molte case sono crollate, altre no, altre, come nel mio caso, per metà, ma nonostante tutto siamo qua, pronti a ricostruirle come e dove erano.
I primi giorni sono stati un incubo, al limite della realtà, con un unico pensiero in testa: io non ce la faccio. Ma poi con l'aiuto di tante persone, di Cri prima di tutti, soo stata trascinata a riprendere coraggio e a fare quel poco che mi ha permesso di credere che anche io servo a qualcosa. Sabato sono stata a L'Aquila, per la prima volta dopo quella notte, postina insieme a Cri di qualche aiuto per i miei concittadini che, meno fortunati di me, abitano nelle tante tendopoli allestite da quegli angeli senza ali ma con un casino di coraggio da vendere, che si sono presi cura di tutti noi: vigili del fuoco, protezione civile, croce rossa italiana, carabinieri, polizia, guardia di finanza. Il fatto di non essere stati abbandonati risolleva gli animi di quelli che, come la mia dolce Rosina, abitano nelle tende blu.
Camminando per i campi non senti altre parole che "Qui non ci manca nulla", il lavoro che stanno facendo gli angeli è completo, sotto tutti gli aspetti. Qualche tendopoli ha anche la lavatrice. Chiaramente i problemi sono altri, come il dubbio di poter rientrare nelle proprie case (quando e in che condizioni), il soffocante caldo nelle tende durante il giorno, il tempo che non è certo clemente e crea laghi di fango tra una tenda e l'altra, il freddo della notte. Ma nelle tende ci sono tante coperte e stufette elettriche. In alcune persino la tv (ed ho anche sentito la creazione di gruppi d'ascolto per le soap opera preferite!) Ci sono punti wi-fi e qualche multinazionale ha messo a disposizione pc. Le Università si stanno dando un gran da fare per riportare gli studenti alla normalità, sperando che questi ultimi non abbandonino L'Aquila per qualche altra città universitaria. E c'è chi sta pensando ai nostri piccoli amici, domestici e non, che vagano per la città.

Non si può dire che non sia cambiato nulla.
Tutto è cambiato.
Sta a noi riportarlo a come era, anzi, a come sarà.

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