mercoledì 12 dicembre 2007

I cinesi mangiano con la forchetta per fare prima


Con questo post non voglio consigliare alcun ristorante...ma se avete due minuti leggetelo!
Il centro commerciale, si sa, alimenta la smania di shopping, la frenesia del comprare, la brama del "consumare". Il consumismo fa parte del nostro modo di pensare: il cappotto del "quello è finché campo", lo scolapasta indistruttibile non fa parte più della nostra esistenza e ci troviamo a fare i conti con oggetti che non arrivano al prossimo Natale. Ecco: Natale. Il Natale poi non sappiamo più cosa è e lo affrontiamo con un unico pensiero: e adesso cosa compro? Il tempo per le compere natalizie è sempre meno e grazie a questa mitica invenzione nata dalla fantasia malata delle più brillanti menti umane il tempo sprecato per spostarsi da un negozietto all'altro della propria città si annulla perchè da qualche anno a Natale ci ritroviamo tutti qui: nel centro commerciale!!!
Dunque: il centro commerciale è un agglomerato di negozi su più piani, per un'estensione in media pari a un chilometro quadrato. Per destreggiarsi tra le mille insegne, tapiroulant e quant'altro, all'ingresso del centro commerciale l'avventore viene munito di cartina dello stabile, contachilometri e bussola. Nel centro commerciale una persona in media passa almeno mezza giornata tra parcheggio, acquisti e tutto. E il cibo? Il cibo non poteva ovviamente essere da meno e viene omologato all'idea del centro commerciale: veloce e caro. Ma penso che questa volta abbiamo toccato il fondo...e qui parte il racconto...
Ieri mattina il Crillo ed io eravamo all'aeroporto di Bergamo (Orio al Serio). Colti dal nostro immancabile appetito, e non volendo mangiare un panino al bar, siamo andati (rischiando la vita perchè il sottopassaggio è aldilà dell'autostrada) al dirimpettaio Centro Commerciale Orio al Serio. Al suo interno bar, snack bar, fast bar, fast food, quick food, mc donald's, pollo fritto veloce, pollo in piedi...insomma: neanche l'ombra di un posto dove sedersi e mangiare un piatto di pasta con calma. Finché non ci è apparsa alla vista l'insegna di un ristorante cinese, con tanto di tavolini al suo interno. Perfetto: il posto giusto. Ci sediamo e ordiniamo. Ebbene, ci arrivano al tavolo, in meno di cinquedecimidisecondo, due involtini primavera in un sacchetto di carta, due tagliatelle saltate con gamberi in un piatto di cartone e il pollo fritto di Cri: antipasto primo e secondo tutto insieme. Mi domando: dove sono finite le porcellane shangai? E i bicchierini con il kamasutra? Tutto il nostro pasto corredato da una confezione di plastica sterilizzata con all'interno una forchetta. Non più le bacchette di legno quando finalmente avevamo imparato ad usarle. I cinesi usano la forchetta. E il coltello? Dov'è il coltello? Perchè non è insieme alla forchetta? No, non c'è più tempo per il coltello, non c'è più tempo per tagliare il cibo, i cibi sono precotti e pretagliati così non si perde tempo. Il tempo è tutto. Il tempo bisogna viverlo, il tempo è denaro. E anche i cinesi con la loro proverbiale ospitalità e gentilezza si sono adattati. Niente grappa alle rose. I cinesi si sono velocizzati. Chinese Quick . Che tristezza.



post di Bru

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bru,
grazie di averci raccontato la vostra visita al ristò chinoise...
di Bg Orio al Serio.
se partirò da lì, mi porto i panini!!!!
by lì

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